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AOSTA |
del Can. Franco Lovignana, Vicario Generale, Priore di Sant'Orso e Rettore del Seminario |
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![]() Il prospetto ovest con la torre romanica Perché parlare di seminari, al plurale, e non di seminario? Perché diversi sono i modelli di formazione del clero seguiti nel tempo e diverse sono state le relative soluzioni accademiche e logistiche. Per tracciare una vera storia del nostro Seminario, dal Concilio di Trento in poi, occorrerebbe approfondire o studiare ex novo alcuni punti. Fra di essi, due meriterebbero particolare attenzione: il confronto dei suoi regolamenti con il modello milanese di San Carlo (più disciplinare) e con i modelli francesi (di matrice spirituale), per mettere in luce le radici della fisionomia assunta dalla Chiesa valdostana nell'epoca moderna; l'insegnamento teologico, in relazione alle questioni che hanno caratterizzato dibattiti accademici e vita della Chiesa (dalle controversie con i Riformati alle dispute sulla grazia, dalle teorie morali alle tematiche ecclesiologiche legate al gallicanesimo e al primato petrino). Qui mi limiterò ad abbozzare le tappe salienti del percorso storico del Seminario. Esso va letto all'interno del più ampio capitolo della formazione culturale delle nuove generazioni e, quindi, in stretta relazione con la storia del Collège Saint-Bénin. Fino ad un passato recente, infatti, esisteva una profonda continuità tra formazione del clero e formazione delle classi intellettuali e dirigenti della società, tra Seminario e città di Aosta con il suo territorio. IL SEMINARIO PRIMA DEL SEMINARIO: LA FORMAZIONE DEL CLERO PRIMA DEL CONCILIO DI TRENTO La formazione del clero, durante il medioevo, avveniva ad Aosta, come in tutta la cristianità, presso la scuola cattedrale, le scuole monastiche (Sant'Orso e Saint-Gilles) e anche presso parroci ed ecclesiastici. Terminati gli studi, gli aspiranti si presentavano al Vescovo per chiedere gli ordini. Verso la fine del medioevo il centro di studi superiori della Valle era rappresentato dalla "Grande Eschole" che aveva sede dapprima al priorato di Saint-Bénin e poi presso la maison d'Alinges, residenza dell'arcidiacono al quale spettava provvedere gli insegnanti e controllarne l'operato. Un ruolo importante ebbe la Maîtrise della Cattedrale di cui abbiamo notizia certa fin dal XIII secolo. Qui, ragazzi e giovani venivano formati alla vita ecclesiastica e prestavano servizio presso il coro canonicale. L'istituzione, chiamata anche "Innocents de la Cathédrale", aveva come sede l'attuale canonica della Cattedrale. Venne soppressa da mons. Solaro nel 1802, dopo la confisca dei suoi beni da parte del governo francese. Nel 1563, il Concilio di Trento stabilì che ogni diocesi si dotasse di un Seminarium, "perpetuo vivaio di ministri di Dio", vero e proprio collegio per la formazione disciplinare e spirituale del clero. IL SEMINARIO MAGGIORE È questo un capitolo importante della storia culturale della Valle: non solo vediamo giovani varcare i confini della loro patria alla ricerca del sapere, ma anche vediamo fiorire in Aosta centri di insegnamento filosofico e teologico di alto livello, tanto da richiamare professori e alunni da fuori. Qui, laici ed ecclesiastici si formavano fianco a fianco; responsabilità ed oneri erano condivisi dalla Chiesa e dalla società civile con le sue istituzioni. Il Collège aveva una cattedra di filosofia e una di teologia, potenziate, all'inizio del XVIII secolo, dalla munificenza dell'arcidiacono Ribitel. Lo stesso fondò, nel 1695, una cattedra di teologia presso Saint-Jacquême, emulato dal prevosto Persod che ne istituì una di filosofia. La prima fu affidata al domenicano Veyret (proveniente dalla Franca Contea), la seconda a Louis Boniface. Entrambe erano gratuite e attirarono molti uditori, non solo ecclesiastici. La cattedra fondata dal Ribitel venne trasferita al Saint Bénin nel 1702 e in Seminario nel 1826. Fra tutti i docenti degli studi aostani merita una menzione Michel Perret, originario di Cogne, studente a Lovanio, sotto Bellarmino e Baio, e poi a Parigi e Dóle, prete a Bruxelles nel 1577. Dal 1578 insegnò alla "Grande Eschole" di Aosta. Ha lasciato 21 volumi latini, inediti. La viva cità dell'ambiente era dimostrata anche dalle dispute pubbliche tenute dai professori di Saint-Jacquême (tomisti) e di Saint-François (scotisti). Il cardinale Bobba (1557-1567) raggiunse un accordo con il prevosto René de Tollen per l'uso della chiesa e dell'abitazione di Saint-Jacquême per i suoi seminaristi. Contro di esso ricorse al Senato di Savoia il nuovo prevosto, André de Tillier, che rientrò in possesso del priorato nel 1596. Nel 1690 mons. Bailly istituì il Seminario presso la parrocchia di Saint-Étienne, facendo del parroco il suo direttore. La cosa fu approvata dal capitolo e gradita al clero e alla popolazione, ma fallì quasi subito a motivo della morte del vescovo, dell'invasione francese e di problemi interni. Fu la volta di due parroci di Sarre, Burgay e Dégioz: a partire dal 1694 accolsero alcuni seminaristi in una casa annessa alla canonica. Entrambi dottori in teologia, tenevano essi stessi i corsi. Nel Sinodo del 1702, mons. d'Arvillars (1699-1727) decise l'erezione di un Seminario diocesano, annesso al Collège e affidato ai Canonici del S.mo Salvatore. L'arcidiacono Ribitel fece costruire, a sue spese, una nuova ala del Saint-Bénin da destinare a questo scopo ("Vieux Séminaire"). Nel 1772 mons. de Sales (1741-1783) acquistò dall'Ordine Mauriziano l'enclos e gli edifici di SaintJacquême. Il priorato, già trasformato cento anni prima dal prevosto Antoine Norat, venne praticamente ricostruito. I lavori durarono dal 1774 al 1780 e costarono circa 60.000 lire, quasi interamente pagate dal vescovo che aveva legato a quest'opera uno dei principali obiettivi del suo episcopato. Il 19 dicembre 1780, egli scrisse al Re per chiedere di potersi dimettere e ritirare presso il Seminario, inaugurato il 5 novembre. La lettera è commovente e manifesta la sua grandezza d'animo; tra le motivazioni addotte, troviamo anche quella di poter risparmiare, libero dagli oneri del suo stato, "pour notre pauvre séminaire". Il Re non accolse la richiesta ed egli morì in carica, il 29 novembre 1783. Venne sepolto al centro della cappella del Seminario, dove riposano tutt'ora le sue spoglie mortali. La direzione del nuovo Seminario venne affidata ai Barnabiti che vi rinunciarono nel 1786. Il primo superiore appartenente al clero diocesano fu Pierre-Dominique Gerbore. Assieme all'edificio, passò al Seminario anche la biblioteca del priorato, già destinata a tale scopo da Benedetto XIV nel 1752. Costituì il nucleo dell'attuale biblioteca del Seminario, cui si aggiunsero numerosi lasciti, fra i quali quello del prevosto e rettore Louis Gorret (1870-1928), e quello di mons. Aimé-Pierre Frutaz (1907-1980), per tantissimi anni direttore della medesima e suo riorganizzatore. Ad essa pervenne anche il fondo archivistico del priore Jean-Antoine Gal e del vescovo Joseph-Auguste Duc, fondamentale per la storia locale. Negli anni Sessanta, vi trovò collocazione un'importante raccolta di testimoni manoscritti e a stampa della liturgia valdostana, provenienti dalle varie parrocchie della diocesi. Nel 1793 il Seminario venne messo a disposizione dell'esercito del Re e poi occupato dalle truppe francesi. I seminaristi ripararono dapprima al priorato di Saint-Pierre e, in seguito, presso alcuni ecclesiastici della città. Dopo la soppressione della diocesi (18031805) e la sua annessione ad Ivrea, sopravvisse "l'ombre d'un séminaire" (mons. Duc). Alcuni seminaristi risiedevano presso l'economo Pierre-Alexis Perrod, altri presso il canonico Pierre-Antoine Dauphin, della Collegiata. Insegnava teologia il canonico Jean-Baptiste N-larquis, della Cattedrale. Anche due parroci accolsero i seminaristi: Victor Porliod di Saint-Barthélemv e Jean-Grat Duc di Roisan, dove insegnavano il parroco di Gignod, François-Joseph Frutaz, e quello di Valpelline, Jean Aimé Aguettaz. IL PICCOLO SEMINARIO E LA NUOVA MAÎTRISE Chi è passato qualche volta per i corridoi del Seminario ricorda il ritratto austero di mons. Aubriot de La Palme (1819-1823), accompagnato dalla scritta: "Je me dévoue pour l'érection du Petit Séminaire d'Aoste". Egli pensò di rimediare alla penuria di clero con l'istituzione di un Piccolo Seminario. Scrisse in tal senso una lettera pastorale all'inizio del 1820 e nello stesso anno la nuova istituzione prendeva avvio sotto la direzione di Jean-Pierre Besson. Gli alunni abitavano l'ala ovest del Gran Seminario e frequentavano i corsi del Collège, mentre si risistemava il vecchio Séminaire, abbandonato quarant'anni prima. Un'altra emergenza, la morte di ventitré preti nel solo 1867 a causa del colera, suggerì a mons. Jans (1867-1872) di rifondare la Maitrise della Cattedrale. Affidò l'opera al Père Laurent che la riaprì il 21 dicembre 1868, sotto la direzione del canonico François-Marie Beuchod. Venne definitivamente soppressa da mons. Tasso nel 1909; l'ultimo superiore fu il canonico Jean-Joconde Stevenin. Il corso durava cinque o sei anni e preparava agli studi del Seminario i ragazzi poveri che non potevano pagare la retta del Piccolo Seminario. In quarant'anni diventarono preti quarantadue suoi alunni, circa la metà di quanti l'avevano frequentata. Nel 1888 mons. Duc (1872-1907) iniziò la costruzione del nuovo Piccolo Seminario sui resti del convento dei Cappuccini. Esso aprì le porte il 27 ottobre 1890, con ventotto alunni, sotto la guida del canonico Sylvain Vesan. Il Piccolo Seminario ha cessato di funzionare nel 1986. La sua casa ha ospitato la comunità del Seminario maggiore fino al giugno 1997. Da allora è sede di scuole pubbliche e anche dell'Università della Valle d'Aosta.
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Giovedì 4 Marzo 2021 | Copyright © credits |