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![]() Parrocchia e Prevostura di Saint-Gilles, dei Canonici Regolari Lateranensi. Festa il 1 ° settembre. Altitudine: 391 m - Abitanti: 2661 La località, corrispondente al toponimo Vitricium menzionato negli itinerari di viaggio tardoantichi e medievali, non conserva alcuna traccia evidente delle sue antiche origini. Per la sua posizione all'imbocco della valle di Challand e Ayas in prossimità dell'ingresso di vallate minori, essa ha conservato nel tempo un certo ruolo di crocevia economico, consolidatosi a partire dal XVIII secolo con l'insediamento di industrie metallurgiche. Nel Medioevo, Verrès fu dapprima soggetta ad omonimi signori locali (un ramo della famiglia dei nobili di Quart, tra cui figurano importanti dignitari della chiesa valdostana), quindi alla casata Challant, che ne improntò per secoli la storia civile e religiosa. A figure come il cavaliere Ibleto (subentrato nel 1360 ai de Verrecio nella giurisdizione) e il prevosto Carlo (XV-XVI sec.) si devono rispettivamente la costruzione del castello e la risistemazione della prevostura, oggi oscurati nella visibilità dalle gigantesche informi strutture delle moderne fabbriche. La parrocchia e la prevosturaLa disposizione della località lungo una delle principali vie di traffico del mondo romano vi ha probabilmente favorito una diffusione relativamente precoce del messaggio evangelico: il toponimo Martorey, riferito a un quartiere a ridosso del borgo, è ritenuto un indizio della presenza di un luogo di culto paleocristiano. La storia della parrocchia è intimamente connessa con quella della prevostura di Saint-Gilles, un ente monastico fondato, secondo la tradizione, nel X secolo dalla famiglia dei marchesi del Monferrato, ma storicamente documentato a partire dalla metà del successivo. Sin dalle loro origini i religiosi di Verrès, osservanti la regola di sant'Agostino, incrementarono costantemente il loro patrimonio e il loro potere. Nel 1145 potevano contare tra le dipendenze varie parrocchie nelle diocesi di Aosta, Ivrea, Vercelli e Tarantasia. Nel periodo di massima prosperità giunsero a controllare una quarantina di parrocchie, una decina di ospizi e alcune comunità religiose. L'assegnazione in commenda del beneficio prepositurale segnò, sul finire del XV secolo, l'inizio della decadenza. l nuovi titolari trascurarono in genere gli interessi dell'ente, limitandosi ad incassarne le rendite. All'inizio del XVI secolo Saint-Gilles conobbe tuttavia una intensa quanto breve fioritura, corrispondente al governo del prevosto Carlo di Challant, pupillo di quel priore Giorgio cui è legata una eccezionale committenza di opere d'arte nella Valle d'Aosta tardogotica. Nel 1647 il prevosto Carlo Emanuele Madruzzo tentò di ridare dignità al capitolo, introducendovi la riforma osservata dai Canonici di Lorena. La situazione non migliorò e la prevostura conobbe un periodo di ulteriore impoverimento. I Lorenesi abbandonarono l'ente nel 1718 e i tentativi successivi della prevostura di recuperare parte dei beni dispersi si risolsero con nuovi dissanguamenti finanziari. Nel 1802 la prevostura incappò nel decreto napoleonico di soppressione e di confisca del patrimonio. Ripristinata nel 1816, fu colpita nel 1855 da ulteriori misure contro i patrimoni ecclesiastici. Nel 1911, infine, fu unita all'Ordine dei Canonici Regolari Lateranensi, ai quali è tuttora affidata la cura della parrocchia. Il complesso degli edificiAlla prevostura si giunge dalla piazza René de Challant, attraverso un breve sentiero acciottolato. La chiesa era in origine disposta più arretrata e in posizione perpendicolare rispetto all'attuale. Si ipotizza che fosse inserita tra i corpi dell'edificio conventuale. Dell'epoca romanica rimane il campaniletto, seminascosto dalla mole della costruzione settecentesca. Intorno al 1405 venne ad inserirsi nella zona antistante il lato della chiesa dominante il borgo la cappella sepolcrale di Ibleto di Challant, a pianta quadrata, riconoscibile dall'esterno per la magnifica trifora di pietra lavorata che impreziosisce il fronte verso valle. Tale edificio costituiva al momento della sua realizzazione un corpo a sé, staccato dal resto della prevostura. La ricostruzione della chiesa (XVIII secolo) e il suo congiungimento alla cappella hanno provocato l'abbattimento di una parete di quest'ultima. Nel consentire tali modifiche il conte Francesco Ottavio di Challant pretese fortunatamente che non fossero compromesse l'architettura gotica dell'edificio e la sua leggibilità. La torre campanaria maggiore fu innalzata nel 1512 ad opera del prevosto Carlo di Challant. Lo documenta un'iscrizione in solenni lettere capitali ricavata lungo il cornicione mediano. Nella parte superiore, agli angoli esterni, sono collocate due statue di pietra dei santi Grato (patrono della diocesi) e Egidio (titolare della prevostura e della parrocchia). Su due lati della torre corrono imponenti mensole di gusto gotico flamboyant. Alla stessa campagna di lavori promossa da Carlo di Challant vanno attribuiti anche il corpo conventuale in pietra a vista che si innesta sulla parete occidentale del campanile e la Murasse, bell'esempio di cascina con mura merlate e torre piccionaia, ben visibile nei pressi della circonvallazione autostradale. Sul finire del Seicento, la prevostura fu ulteriormente ingrandita con l'aggiunta del corpo settentrionale. L'interno della chiesaSi entra nella chiesa attraverso un portale ogivale, proveniente dall'originale ingresso della cappella Challant. Sulla destra si osserva la struttura della cappella Challant (nella cui crip- Il resto della chiesa appartiene agli anni '70 del XVIII secolo, allorché, tra l'altro, fu ricavata la cantoria sopra la volta della cappella medievale. La navata si presenta solenne, scandita da una serie di colonne squadrate con capitelli dorati addossate alle pareti. La ricca decorazione pittorica fu realizzata in due campagne diverse dai fratelli Artari, appartenenti a una dinastia di artisti originari del Canton Ticino, stabilitisi a Verrès nella prima metà dell'Ottocento. Il coro, impreziosito da due serie di stalli lignei, presenta uno dei primi altari in marmi policromi di cui si abbia notizia in Valle d'Aosta, coevo alla ricostruzione settecentesca dell'edificio. All'interno della chiesa riposano le spoglie del venerabile Gilles Laurent (1884-1941), religioso fratello della comunità, spirito umile incessantemente dedito all'esercizio della carità. La prevostura conserva una ricca biblioteca e uno dei più importanti archivi della Valle d'Aosta, il cui fondo principale è costituito da trecento pergamene dal XII al XV secolo. Lungo un corridoio sono inoltre esposti vari ritratti dei prevosti succedutisi a partire dal XVII secolo, di prevalente valore documentario. Le cappelleAnche il territorio di Verrès è costellato di oratori e cappelle: edifici religiosi minori, spesso privi di pregio artistico, ma importanti centri di aggregazione dei fedeli dei quartieri. Tra le cappelle più importanti si segnalano quella di San Rocco, fondata nel 1681 all'ingresso meridionale del borgo, e quella di Torille, fondata nel 1647 e dedicata a santa Barbara. Esistono poi cappelle nelle località di Martorey (Madonna delle Grazie, 1613) e Rovarey (San Grato, 1677). All'ingresso occidentale del paese, in prossimità dell'imbocco della vallata di Challand, una cappella del XVII secolo dedicata all'Addolorata è divenuta sede di esposizioni. In una zona di recente urbanizzazione, di fronte all'edificio sede delle Scuole medie e superiori, sorge la chiesa del Cuore Immacolato di Maria. A pianta esagonale, fu costruita nel 1978 per agevolare la partecipazione dei fedeli alle funzioni religiose. | ||
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Giovedì 4 Marzo 2021 | Copyright © credits |