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![]() Parrocchia della Conversione di S. Paolo festa il 25 gennaio. Altitudine: 880 m Abitanti: 536 La località sorge nella parte inferiore delle vallate di Rhêmes e di Valsavarenche, all'imbocco del Parco nazionale del Gran Paradiso. La posizione geografica, tra i due torrenti denominati Dora di Rhêmes e Dora di Valsavarenche, è all'origine del toponimo Introd (entre les eaux, tra le acque). Il ritrovamento di alcune tombe a cista presso la cappella del S. Sudario e presso l'oratorio di Moral documenta la presenza di insediamenti nella zona sin dall'epoca preromana. Nel Medioevo, signori di Introd furono i nobili Sarriod; nel 1244 furono autorizzati dai conti di Savoia a elevare e a merlare una torre preesistente, che si ritiene possa identificarsi col mastio dell'attuale castello. Un ospite illustreLa frazione delle Combes, su un ripiano dello spartiacque tra i territori comunali di Introd e Arvier, è stata ripetutamente scelta, a partire dal 1989, quale sede di brevi soggiorni estivi del papa Giovanni Paolo II. Nel corso delle sue vacanze il Santo Padre alterna impegnative escursioni in montagna a intensi momenti di preghiera e riflessione, circondato dalla quiete del luogo e dalla discrezione degli abitanti. Un museo dedicato ai viaggi del Pontefice è allestito in un bell'edificio di pietra nella stessa frazione delle Combes. Vi sono raccolte fotografie e filmati, oggetti donati dalle varie comunità visitate e collezioni filateliche e numismatiche. In una banca dati informatizzata sono inseriti i discorsi pronunciati dal Papa e un gran numero di immagini. La parrocchiaUna tradizione priva di fondamento scientifico, riferita dal vescovo-storico Joseph-Auguste Duc, fa risalire l'origine della parrocchia di Introd ai secoli VII e VIII. In realtà questa comunità ha dovuto far capo per qualche secolo alla chiesa battesimale paleocristiana di Santa Maria di Villeneuve (ora cappella di San Rocco), che rivestì un ruolo importante nella primitiva organizzazione ecclesiastica della diocesi di Aosta. L'esistenza di una chiesa parrocchiale nella località è attestata per la prima volta nella bolla del 20 aprile 1176 con cui il pontefice Alessandro III pose diverse chiese sotto la giurisdizione del vescovo di Aosta Aimone de Porta Sancti Ursi, forse anche in segno di riconoscenza per essersi quest'ultimo mantenuto fedele in un periodo di azione perturbatrice da parte degli antipapi. La situazione di dipendenza diretta dal Vescovo è confermata nell'elenco allegato al Pontificale del beato Emerico i di Quart (1310). La chiesaDella chiesa menzionata nella bolla del 1176 rimane probabilmente il campanile che, sia pure rimaneggiato nei secoli successivi, conserva tracce della sua costruzione in epoca romanica. In una visita pastorale del 1414, la chiesa appare in uno stato di degrado molto avanzato : tutto l'edificio minaccia rovina e richiede urgenti misure di ristrutturazione. Esso fu successivamente rinnovato e consacrato dal vescovo aostano jean de Prangins il 14 maggio 1441. In quell'occasione fu posta nell'altare, in mancanza delle tradizionali reliquie, un'ostia consacrata, che sarebbe stata prodigiosamente ritrovata intatta a distanza di quasi due secoli e mezzo, durante nuovi lavori di restauro della chiesa, eseguiti intorno agli anni Ottanta del XVII secolo. Nel XV secolo fu probabilmente sopraelevato il campanile, in seguito ulteriormente alzato con l'aggiunta della cella campanaria e dell'altissima guglia. Un vano quattrocentesco a pianta quadrata, addossato alla parete sud del coro e visibile dall'interno del cimitero, è sopravvissuto ai rimaneggiamenti successivi, e mostra ancora una finestra e una porta decorati col motivo dell'arco carenato. Ospitava la cappella fondata dai nobili Sarriod e dedicata a S. Caterina e a S. Michele. Nel 1904 la chiesa assunse l'aspetto attuale : il prolungamento della navata comportò l'addossamento della facciata alla vicina casa parrocchiale e il conseguente spostamento dell'ingresso sul fianco meridionale. Ai lavori contribuirono in modo diretto i fedeli del luogo, con prestazioni d'opera volontarie. L'edificio ha una pianta a forma di croce latina. Il presbiterio, con la sua volta a spicchi, risulta lievemente più elevato rispetto alla navata. L'interno fu ridecorato nei primi anni del Novecento, secondo il gusto del tempo e le modeste risorse rimaste a disposizione della parrocchia. L'altare maggiore, risalente alla fase ricostruttiva tardoseicentesca, con serva un dipinto attribuito all'artista valsesiano Giacomo Gnifeta (1695), in cui si osserva l'episodio della conversione di san Paolo. La tela ritrae il santo mentre cade da cavallo; in alto appare il Salvatore in uno squarcio di luce. L'altare, in legno scolpito, è decorato con colonne tortili percorse da tralci di vite, All'apice, a completare la raffigurazione della Ss. Trinità, iniziata con l'immagine dipinta del Cristo, le sculture del Padre Eterno e della Colomba mistica. Di grande pregio è il tabernacolo, interamente dorato, a forma di tempietto, con due registri sovrapposti di minuscole colonne alternate a nicchie recanti statuette di santi. Completano la decorazione le statue di san Paolo (a sinistra dell'altare) e di san Pietro (a destra). Gli altari laterali, di analoga fattura, presentano gli stessi elementi decorativi barocchi dell'altare maggiore. Quello di sinistra è dedicato alla Madonna del Rosario; quello di destra è intitolato a san Giuseppe, pur presentando una tela raffigurante una Madonna con Bambino e i santi Antonio abate e Luigi Gonzaga. Il museo parrocchialeNel museo parrocchiale si possono ammirare statue, croci astili e suppellettili liturgiche provenienti dalla stessa chiesa e dalle cappelle di villaggio. Tra gli oggetti più rilevanti si segnalano due Madonne con Bambino del Quattrocento e una croce astile in lamina d'argento risalente al secolo successivo. Le cappelleUna devozione semplice, ma profonda degli abitanti dei villaggi rurali è alla base della fondazione, nel corso dei secoli, di un gran numero di cappelle, dedicate a vari santi, invocati nelle diverse necessità come intercessori presso l'onnipotente. Edifici religiosi, pressoché tutti di fondazione privata, sono sorti numerosi anche nelle frazioni di Introd. Sono attualmente esistenti le seguenti cappelle : -Ville-Dessous, fondata nel XVII secolo, ricostruita nel 1868 in stile neogotico, dedicata ai santi Anna e Giacomo Maggiore ; -Ville-Dessus, costruita nel 1625 e ricostruita nel 1888, sotto il titolo di S. Ilario di Poitiers; -Buillet, esistente nel 1674 e dedicata a san Defendente; -Tache, esistente nel 1646, ristrutturata verso la metà dell'Ottocento, dedicata a san Leonardo; -Chevrère, fondata nel 1650 e dedicata a santa Barbara; -Plan d'Introd, sotto il titolo della S. Sindone e di S. Erasmo (1841), è destinata ad accogliere mostre e concerti. -Les Combes, attestata nel XV secolo, ricostruita nella forma attuale intorno al 1780, dedicata a S. Lorenzo. Dalla cappella proviene la gotica edicoletta contenente una Madonna con Bambino, conservata nel museo parrocchiale. Nel corso del soggiorno estivo del 1995, Sua Santità Giovanni Paolo Il vi ha celebrato una S. Messa. | ||
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Giovedì 4 Marzo 2021 | Copyright © credits |